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IL MISTERO DEI 102
(per visualizzare gli articoli citati nel testo cliccare sulle "lenti di ingrandimento)
Ricostruzione storica dalle pagine della Gazzetta di Parma dei primi
mesi di vita di Radio Parma che il 1° gennaio 2010 festeggia i 35 anni di
ininterrotta attività, con una intervista esclusiva per Broadcastitalia.it a
Marco Toni sulla prima frequenza utilizzata
Quasi 35 anni dopo, una certezza – quella che dal 1° gennaio
1975 fino ai giorni nostri Radio Parma abbia sempre trasmesso sui 102 Mhz – è
stata messa in discussione, dopo il ritrovamento di alcuni inequivocabili
reperti scritti dell’epoca che citavano come prime frequenze 92,2 e 96,2,
sempre in Modulazione di Frequenza (FM o MF, come si sintetizzava all’epoca).
Nel pomeriggio di martedì 10 novembre 2009, mi sono recato in
Emeroteca, con l’intento di trovare le prima tracce di Radio Parma sul
quotidiano locale, La Gazzetta di Parma. Degli arzilli anziani,
volontari in servizio, mi hanno gentilmente fatto posizionare dinnanzi ad un
apparecchio visore di microfilm, per consentirmi di vedere la micro-pellicola
su cui erano state precedentemente impresse le pagine del giornale (il periodo
che avevo richiesto era quello dal 1° gennaio al 28 febbraio 1975) affinché le stesse
non venissero rovinate (gli originali mi sarebbero stati messi a disposizione
solo in un secondo momento, per gentile intercessione del responsabile del
servizio, ed immortalati dall’amico Francesco Lia: le foto delle pagine sono a
corredo di questa ricostruzione storica). Presa dimestichezza con quella
strumentazione, con la quale mi cimentavo per la prima volta, ho iniziato a
vedere scorrere sul monitor (in negativo) la riproduzione delle varie pagine
con i titoli e gli articoli sugli argomenti allora di attualità, un vero e
proprio tuffo nel passato, ponendo particolare attenzione al “diario degli
spettacoli”, dove facevano bella mostra di sé le reclame di sale da ballo, che
hanno chiuso i battenti da secoli, o dell’ero-film-artistico Emmanuelle, di
recente uscita. Ricordavo, infatti, che la “colonnina” con riportati i
programmi di Radio Parma era, per l’appunto, pubblicata nella pagina degli
spettacoli. Ma la prima testimonianza nella quale mi sono imbattuto è stato un
piccolo “modulo” a pagina 4 (cioè in cronaca della città) nell’edizione di
lunedì 13 gennaio
1975dal titolo: “Trasmissioni Sperimentali
di Radio Parma”, seguito dal seguente testo: “Radio Parma sta programmando
trasmissioni sperimentali quotidiane nei seguenti orari: musiche e notiziari
dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20. Quanti vorranno sintonizzarsi lo potranno
fare sulla frequenza provvisoria di 92,2 megacicli in banda F.M. Ogni
variazione di programmi sarà comunicata nel corso delle trasmissioni.” Nell’edizione
del giorno successivo, martedì 14 gennaio 1975 ,sempre a pagina 4, si poteva leggere la
seguente correzione, sotto il titolo “Le trasmissioni di Radio Parma”,seguiva il seguente testo: “Com’è noto, Radio
Parma sta programmando trasmissioni sperimentali quotidiane nei seguenti orari:
musiche e notiziari dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 20. Quanti vogliano
sintonizzarsi lo possono fare sulla frequenza provvisoria di 96,2 megacicli (e
non 92.2) in banda F.M. Ogni variazione di programmi sarà comunicata nel corso
delle trasmissioni.”
Un colpo al cuore: ma come 92,2 ? Ma come 96.2 ? E i 102?
Radio Parma non aveva iniziato a trasmettere, come mi hanno sempre detto quelli
che c’erano fin dal primo giorno (io sarei arrivato solo sei mesi dopo…) , sui
102 Mhz? Il dubbio mi ha tormentato fino a quando sono riuscito ad intercettare
Marco Toni (clicca qui per ascoltare l’audio dell’intervista), il mitico
tecnico che quel trasmettitore (un residuato militare) aveva tarato e montato
nella prima storica sede di Via Felice Cavallotti: per questo la sua
deposizione sarà inequivocabile. Cosa mi ha detto Toni? Calma, calma…
Manteniamo la suspense ancora per
qualche riga, quelle necessarie per ricostruire le varie apparizioni di Radio
Parma sulla Gazzetta di Parma nei due mesi analizzati…
L’annuncio del 14 venne replicato, pari pari, due giorni
dopo, giovedì 16 gennaio, sempre in Cronaca della Città, a pagina 5 . Il primo “modulino” nel diario degli spettacoli
apparve, invece, sabato 18 gennaio 1975sotto la
scritta, relativamente in grande, Radio Parma, appariva la dicitura
TRASMISSIONI SPERIMENTALI su M.F.96.2, dalle 10 alle 13, dalle 16 alle 20.
GIORNALE RADIO: 11.30,
12.30, 16.30, 17.30, 18.30,19.30”. Questo tipo di
inserzione sarebbe stata ripetuta pressoché quotidianamente nella pagina degli spettacoli,
ma da domenica 26 gennaio apparirà un
ulteriore rinforzo (sempre da un modulo), per annunciare, nella cronaca della
città, l’intervista ad un importante personaggio locale, tipo il Vescovo, il
Rettore, i Presidenti delle Banche cittadine, Primari ospedalieri, Sportivi ed
ovviamente i politici, una vera e propria specialità del Direttore Carlo
Drapkind: non a caso chi ebbe l’onore di inaugurare la rubrica “L’ospite” fu
l’allora democristiano Nando Calestani, la cui partecipazione fu oggetto di un
duplice messaggio pubblicitario sulla Gazzetta, quello citato di domenica 26 e quello di lunedì 27 gennaio 1975, giorno della effettiva messa
in onda del servizio. Calestani, essendo il primo, si giovò di una duplice
vetrina cartacea: per tutti gli altri, invece, sarebbe bastato un solo
annuncio, quello del giorno di programmazione.) Il 31 gennaio 1975 ,
cioè praticamente dopo un mese di vita di Radio Parma, compare per la prima
volta sulla carta stampata la frequenza M.F. 102, nell’annuncio a pag. 7
(diario degli spettacoli) e contemporaneamente viene inserita, in sordina, una casella postale (180)
per la corrispondenza scritta. L’ultima volta che compare la frequenza
“fantasma” 96.2 è sul giornale di giovedì 30 gennaio 1975 , nella
consueta inserzione nel diario degli spettacoli. Il 12 febbraio 1975, appare per la prima volta un mini-palinsesto con alcuni
programmi: oltre all’elenco dei notiziari (11.30; 12.30; 16.30; 17.30; 18.30;
19.30) sono citati: 10-11.30 Musiche e interviste; 12 Rubrica; 15-16 L.P. Special; 17 notizie
del pomeriggio; 18. L’ospite; 19 Dove Andiamo; 19.15 musiche; mentre martedì 25
febbraio 1975 il
palinsesto è sviluppato addirittura su due moduli (10 Macrocosmo musicale; 10.25 Oroscopo; 10,30 Zoom: The
Platters; 11 Buongiorno Signora; 11,15 Folklore Italiano; 11.30 Notiziario; 11.45 Anna Maria propone; 12 Rubrica; 12.30 Notiziario; 12.45 Flash; 13 Termine programmi mattino; 14.30 Notiziario; 14.45 Mondo Giovane; 15 Radio One; 16
Pomeriggio Ragazzi; 16.30
Notiziario; 16.45 Nota del
pomeriggio; 17 Super Soul; 18 Rubrica; 18.30
Notizie Flash); 18.45
Sotto le note; 19.15 Dove
andiamo stasera; 19.30
Musica lirica; 20 Termine programmi della giornata) ed appare per la prima
volta anche il numero di telefono 68462.
Preso dal sacro fuoco
dello storico decido di estendere la ricerca ai mesi di maggio e giugno del 75
(salto marzo ed aprile per non tediare troppo il lettore e gli addetti dell’Emeroteca…),
al fine di scoprire innanzitutto la data di trasferimento dalla prima sede di
Via Felice Cavallotti (quella che Mauro Coruzzi “Platinette” (clicca qui)nell’intervista a Broadcastitalia.it aveva definito lo Zoo (“Trasmettevamo da un garage in Via Cavallotti: dentro quella stanza
c’era sia il trasmettitore che il microfono. In tanti venivano a vederci, un
po’ come si fa con i bambini che si portano a vedere le scimmie allo zoo:
arrivarono anche da Radio Milano International, per vedere come lavoravamo.
Nessuno riusciva a capire come riuscissimo ad ottenere questi risultati con
così poco denaro…) a quella di Via dei Farnese 8, dove io misi piede per la
prima volta il 14
giugno 1975(clicca qui). Martedì 6 maggio 1975 fa la sua ultima apparizione il numero di telefono 68462,
mentre mercoledì 7
maggio 1975compare il 34802 sia nella consueta
locandina col palinsesto (da qualche tempo abbellita con il logo di Radio Parma
con Duomo e Battistero stilizzati, opera del grafico Pietro Amadei della
Publiama) a pagina 8sia nell’annuncio in cronaca della
città della intervista al Presidente dell’Ente
Mostra Tito Costa, in fondo alla quale si legge per la prima volta anche il
nuovo indirizzo di Via dei Farnese 8 (dove, in anni successivi, ebbe i Natali
anche Radio Bella, emittente vicina al PCI locale e dove pochi giorni fa è
stata profanata l’abitazione di un imprenditore locale, cui è stata asportata
la cassaforte…). Dare l’indirizzo preciso, come racconta anche il libro
“Libere” di Stefano Dark uscito a Gennaio 2009, era piuttosto problematico,
dato il regime di a-legalità, (non illegalità, beninteso), in cui si operava
allora. Ecco la prudenza dei vari gestori, non ultimi quelli di Radio Parma che
gradualmente hanno iniziato a diffondere prima la casella postale, poi il
telefono e da ultimo il recapito. Il problema della scarsa diffusione degli
apparecchi FM (ne parla diffusamente Marco Toni nell’intervista) è all’origine
della inserzione di venerdì 16 maggio 1975 , dove a
margine della reclame per l’intervista al fisarmonicista Gigi Stok, viene
ribadito che: “Per ricevere le
trasmissioni di Radio Parma occorre possedere un apparecchio a modulazione di
frequenza e sintonizzarsi attorno ai 102 megacicli dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 20.” Lunedì 23 giugno 1975
Radio Parma amplia l’orario di trasmissione: “Inizia
questa sera il “Notturno da Parma” a Radio Parma” strilla il titolo di una
notizia a pagina 4: “Radio Parma,
aderendo alle richieste dei numerosi ascoltatori di Parma e Provincia, inaugura
questa sera il proprio “Notturno” Musicale, un programma di quattro ore che
avrà inizio alle 20 e si concluderà alle 24. Si tratta per ora di un programma
sperimentale. Dalle 20 alle 21 è previsto alternativamente un programma di
musica classica, folkloristica, e di ballo liscio. Alle 21 inizierà Free Music
102, cui daranno vita ogni sera i programmatori musicali dell’emittente
radiofonica locale. Alle 22 ed alle 23 ci sarà un Notiziario, riservato alle
ultime notizie della notte ed agli avvenimenti dell’indomani. Radio Parma, che
con l’autunno preannuncia l’inizio delle proprie trasmissioni dalle 8 del
mattino, seguirà ininterrottamente nell’arco della giornata i propri
ascoltatori dalle 10 alle 24.”
Insomma in pochi mesi la neonata Radio Parma era diventata
adulta, collocandosi come punto di riferimento non solo per i politici locali
dell’arco costituzionale – grande attenzione era stata rivolta alle Elezioni
del giugno del 75 , addirittura con la creazione di una
sala stampa per consiglieri comunali e provinciali eletti –
ma un po’ per tutti, con rubriche religiose, sportive , saggi musicali , concerti , cabaret , inchieste convegni , etc.
Ed il mistero dei 102? Dopo questa ricostruzione, siamo
pronti a svelarlo: a seguire potrete trovare una sintesi scritta della verità
di Marco Toni, il cui contributo audio è disponibile cliccando sull’apposito
link (clicca
qui).
Marco Toni, sulla Gazzetta di Parma del 14 gennaio1975
un’inserzione annunciava che erano iniziate le trasmissioni di Radio Parma
sulla frequenza 96,2 anziché 92,2. Io ero convinto che cominciaste sui 102…
“Quelle frequenze le
avevano indicate per paura: siccome la
Rai si fermava a 100, per una questione politica, fecero
questo imbroglio. Ricordo ancora la
cena da Marino (il ristorante di Via Affò, che spesso Toni ama ricordare come
il covo dove si studiavano le
strategie della prima Radio Parma, nda) quando Menozzi mi chiese di fare la
radio in Onde Medie, perché si sarebbe riusciti ad andare lontano con il
segnale, coprendo tutta la regione, ma io gli risposi di non pensarci neanche e
di puntare sulla FM. Menozzi rilanciò chiedendomi, almeno, di scegliere una
frequenza in FM vicino alla Rai, perché non c’erano apparecchi radio. I
ricevitori, allora valvolari, si fermavano, nella migliore delle ipotesi, a
104: siccome la Rai,
dalle nostre parti arrivava attorno ai 100 io scelsi di andare appena più in
là, appunto sui 102. Ecco come è nato il 102. Anche perché il 102 mi veniva bene come
frequenza moltiplicatrice del TR5, (il primo trasmettitore militare
riadattato da Toni, nda) che era a quarzo, per cui si trattava di
continuare a moltiplicare il quarzo che partiva da 1000 fino a 100.000. Per
evitare storie vennero indicate delle frequenze che rientrassero nell’ambito
dei ricevitori radio, proprio per far capire che chiunque avrebbe potuto
ascoltare, ma era un imbroglio. Lo puoi anche scrivere, è una verità che sanno
in pochi, e non se la ricorderà nessuno, anche perché quella sera, quando venne
stabilita la frequenza, c’eravamo io, Menozzi (Virginio, il patron, nda) e Bocchi (Vincenzo, il titolare dell’ Audioparma, negozio di HiFi di Via Cavallotti, di fronte a Radio
Parma, nda), al ristorante da Marino che ci serviva il cotechino. Me lo ricordo
bene il 102 è nato così davanti ad un cotechino fumante…”
Dunque, stando a Toni, le frequenze indicate sul giornale
sarebbero state una sorta di specchietto per le allodole, per incuriosire i
potenziali ascoltatori e far loro cercare sulla ricevente la nuova stazione.
Del resto entrambe erano prossime a ripetitori della Rai in zona (il 92.1 di
Ca’ del Vento ed il 95.9 di Monte Canate). Ma il ragionamento dei tre
commensali, da Marino, dinnanzi al cotechino, a proposito della bontà dei 102
non finì lì…
“Venne stabilito il
102, così nelle città vicine si sarebbe potuto andare su 102.5 a Reggio Emilia e di
nuovo a 102 a
Modena, perché non si sarebbero interferiti. Ed andò proprio così, perché Radio
Reggio in effetti iniziò a trasmettere sui 102.5 e Radio Modena, per tanto
tempo di proprietà sempre di Menozzi, sui 102. Dunque quelle frequenze vennero
indicate per una questione di opportunità, affinché la gente andasse a cercare
vicino alla Rai, ma per poi ascoltare Radio Parma, che era in fondo alla gamma,
anche se non tutti i ricevitori ci arrivavano, perché molti si fermavano a 100.
Io ho ancora in officina (alla Tr-System, l’azienda di Toni, nda), tutto squinternato, ma sempre funzionante, ogni tanto lo accendiamo, il
primo ricevitore di controllo di Radio Parma. Era un National, ma non c’erano
radio a batteria, erano tutte a valvole: allora il Bocchi iniziò a far dei
soldi importando ricevitori a transistor Panasonic, Sony e via dicendo. Il 102,
riusciva spesso ad essere captato lo stesso, in fonda alla banda, dai
ricevitori che si sarebbero dovuti fermare a 100. Avremmo potuto anche
scegliere il 101, ma per me era troppo vicino alla Rai, io volevo starle
lontano per non avere storie: sai c’era ancora la Guerra Fredda, ed andando a
disturbare la radio di Stato c’era il rischio di finire in galera… Quindi, pur
cercando di far valere i nostri diritti – il famoso articolo 21 della
Costituzione – trasmettendo, le siamo stati lontano… Subito dopo di noi, però,
Radio Milano International andò sui 101, perché Angelo Borra (il
proprietario, nda) mi disse che gli andava bene stare lì.”
Insomma, stando a Marco Toni, Radio Parma non diffuse mai i
suoi programmi sui 96.2, bensì solo sui 102 (che poi in realtà furono a lungo
102.360, per la precisione…)
“Puoi scriverlo: era
tutta una balla. La Gazzetta
doveva dirlo che esisteva questa radio, ma se avesse scritto dei 102 avrebbe
avvalorato la nostra scelta…”
Anche se dopo un mese esatto i mitici 102 vennero
legittimati nelle inserzioni (non si trattava di notizie bensì di annunci a
pagamento, o forse in cambio merci, datosi che la Concessionaria per
la pubblicità, cioè la Manzoni,
era in comune) sul quotidiano locale…
(a cura di Gabriele Majo – Novembre-Dicembre 2009 – foto di Francesco
Lia)
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